Bianciardi e altro
 
vita e sopravvivenza mentale nelle metropoli italiane
 
Questo sito (in costruzione) avr� come spunto di partenza la vita Luciano Bianciardi a Milano ed i modi che contraddistinguono l'"integrazione" di tutti noi, per poi accogliere tutto ci� che mi passa per la testa ed i suggerimenti che mi vorrete inviare. a presto,
T. Paggini alias Mercuzio
 
Lavori in corso (I'm moving in)
ogni suggerimento sar� bene accetto, (quasi) ogni contributo inviatomi via e mail sar� pubblicato.
Sooner or later i will provide for an english translation too









Love mausa
 
da "La vita agra" (cap.7)
Ogni giorno io trascorrevo in tram almeno un'ora e mezzo. Bene chi non sa pu� forse credere che, viaggiando su quel mezzo pubblico quarantacinque ore ogni mese, in capo all'anno uno debba aver fatto centinaia di conoscenze, decine di amicizie. (...)Qui no. Ogni mattina la gita in tram � un viaggio in compagnia di estranei che non si parlano, anzi di nemici che si odiano. C'� anche un cartello che vieta le discussioni col personale e minaccia l'articolo 344 del codice, contro l'inguiria nei suoi confronti. Cos� la gente subisce spaurita e silenziosa i rabbuffi gutturali del bigliettaio, che sollecita continuo e insistente di andare avanti, come facevano un tempo le zie dei casini, e dosa parsimosiamente l'apertura delle porte automatiche, e ci richiama quando necessario al regolamento <> precisa.Il conducente siede cupo e serio, pronto col piede sul campanello, quando sulla strada si pari un veicolo o un pedone. Il bigliettaio sta dietro, sollecito ai rabbuffi dei viaggiatori e al dosaggio della porta automatica. La gente li rispetta e li teme e li odia, e del resto odia tutto il suo prossimo.� difficile riconoscere una faccia, anche se fai tutti i giorni, per anni, la solita linea. Questo anche perch� si somigliano tutti, i passegeri del tram. (continua)
 
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